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Il senso di colpa materno sembra essere  quasi una componente intrinseca della maternità moderna. L’idea che il senso di colpa delle mamme faccia naturalmente parte della loro condizione è molto diffusa nella nostra cultura: esso  è percepito quasi come una sorta di condizione a cui non ci si può sottrarre, in una sorta di determinismo:

essere madre = sentirsi in colpa.

Parliamo di colpa per tutto, vero?

Ci può essere senso di colpa fin dal (pre)concepimento! Sentirsi in colpa per le decisioni che hai preso o per le circostanze in cui è avvenuta la nascita del tuo bambino.  Poi, senso di  colpa rispetto alla modalità che scegli per nutrire tuo figlio (allattamento al seno, artificiale, svezzamento, autosvezzamento etc.). Per avergli fatto trascorrere troppo tempo nella carrozzina e non abbastanza tempo in braccio o sul pavimento a giocare. Se il cibo che dai al tuo bambino non è biologico e del tutto naturale. Su quanto parli e interagisci con lui, quanto giochi con lui.

Per averlo lasciato qualche volta alle cure degli altri (nonni, baby-sitter, parenti). Per essere rientrata al lavoro. Per non essere rientrata a lavoro. Perché senti che stai trascurando il tuo partner /le  amicizie / e qualunque altra relazione significativa della tua vita. Per  la troppa quantità di libri  che hai  letto o per non averne letti a sufficienza. Perché sei passata  da uno a due, poi a tre o più figli. Generare più di un figlio può costituire già di per sé un nucleo centrale di senso di colpa.  Del resto, ti destreggi  in mille direzioni diverse ed è effettivamente molto difficile soddisfare contemporaneamente tutte le loro esigenze, tutte da sola.

Senso di colpa materno ed essere “non abbastanza”

La maternità è presumibilmente solo una. Grande. Immensa. E sembra che in essa si celebri  la sagra del senso di colpa e, allo stesso tempo, dell’amore. Perché ciò che può andare oltre al senso di colpa è solo l’amore: quindi, in un certo senso, sembrerebbe che il senso di colpa appartenga in qualche misura all’amore, sia inscritto nell’amore.

Potresti chiederti: sono una buona madre se NON mi sento in colpa? Che tipo di madre ti sentiresti di essere se l’idea di  lasciare tuo figlio all’asilo ti facesse stare bene e non provassi senso di colpa per essere andata al lavoro?

Il filo conduttore che lega sentimenti ed esperienze di colpa è di solito il giudizio (interno / esterno) di “non essere abbastanza brava”.

Non essere abbastanza. Carente. Manchevole di qualcosa. Questo è quello che senti, perché la percezione del proprio successo “materno” (ma non solo), deriva dal confrontarsi con uno standard di riferimento. Può avvenire attraverso il confronto con una persona esterna oppure  con delle linee guida, ma può succedere che questo confronto avvenga anche sulla base del tuo barometro interno: quindi rispetto a ciò che tu ti aspetti da te stessa.

Differenza tra colpa e vergogna

A questo punto penso sia davvero utile soffermarci sulla differenza tra colpa e vergogna. La colpa riguarda l’auto-valutazione negativa. C’è un atto, un comportamento o una decisione specifica che tu hai compiuto o preso: la colpa deriva dal giudizio  negativo che formuli su te stessa per aver avuto quel comportamento o preso quella decisione. La vergogna, invece, attiene alla percezione negativa che hai di te stessa in risposta alla disapprovazione proveniente dagli altri, da una realtà esterna.

Un esempio di senso di colpa “Mi sento davvero male per aver portato la bambina al nido”. In una analoga situazione, il senso di vergogna si esprimerebbe così: “Mi sento davvero una cattiva madre perché mia madre mi ha fatto capire che non avrei dovuto decidere di portare la bambina all’asilo”.C’è una differenza sottile  ma sostanziale : il senso di  colpa è prodotto da  una sorta di “regolamentazione” che deriva da te stessa, mentre in quello di vergogna c’è la consapevolezza che questa regolamentazione deriva dagli altri.

Quindi, in un certo senso, i sentimenti negativi rispetto a te stessa sono  gli stessi, ma la vergogna proviene dal timore della disapprovazione altrui, mentre il senso di colpa proviene dal tuo auto-giudizio.

Penso che un problema fondamentale di tutta questa questione sia che l’auto-giudizio si basi in grande parte su costruzioni sociali, ed è quindi qualcosa su cui possiamo lavorare per poterlo ridefinire e poi  lasciar andare. D’altra parte, già per le civiltà molto antiche e molto lontane dalla nostra, gli studiosi hanno parlato di shame culture e guilt culture  come elementi costitutivi di popoli e individui. Niente paura, dunque. Siamo in buona compagnia. Ma, oggi, su questi meccanismi psicologici noi sappiamo di poter compiere una nostra elaborazione.

Cosa dice la ricerca sulla colpa materna

Sutherland (2010) sostiene che aver evidenziato che le donne vivono sensi di colpa e di vergogna in relazione al loro ruolo di madri rappresenta la scoperta più rilevante di tutta la ricerca nell’ambito della maternità.

Hays nelle “Contraddizioni Culturali della Maternità” parlava della “trappola della colpa”, secondo cui le madri provano molto più senso di colpa dei padri, anche quando le cure sono equamente condivise. In effetti, se ci pensiamo bene, con che frequenza sentiamo parlare di senso di colpa paterno?

Influenze storiche

Svariati tipi di modelli culturali hanno forgiato, nel corso della storia, il modo in cui le mamme si percepiscono  interiormente oggi, in modo particolare, rispetto al senso di colpa. C’è stata, per esempio, (ed è tuttora presente, purtroppo!) la percezione che un bambino rifletta in tutto e per tutto  l’universo della madre. Quindi se c’è qualcosa di “sbagliato” nel bambino, ciò significherebbe che la madre ha  fatto necessariamente qualcosa di “sbagliato”.

Negli anni ’50 si è parlato di “madri-frigorifero” (è  un’ espressione davvero orribile, lo so!) per definire le madri di bambini autistici, sostenendo che  sarebbero state loro causare  o indurre  l’autismo nei loro figli perché mancavano di empatia o erano apparentemente “fredde” e insensibili rispetto ai loro bisogni.

Fortunatamente, grazie al progredire degli studi e della ricerca,  questa visione è stata screditata e abbandonata. Ma gli echi di tale colpa della madre continuano a risuonare , e ciò contribuisce al fiorire ancora troppo rigoglioso del senso di colpa materno.

La colpa materna si basa sui miti materni

In queste riflessioni è incorporata la consapevolezza che ci stiamo confrontando con un’immagine idealizzata che anche tu, come tante altre mamme, ti sei in qualche modo creata.

Alcuni ricercatori hano parlato di “teoria dell’auto-discrepanza” per comprendere l’origine del senso di colpa e della vergogna. Fondamentalmente, gli studi mettono in evidenza che queste emozioni di colpa e di vergogna tornano ad essere riattivate dal giudizio e dal confronto che le madri fanno con una versione idealizzata di se stesse (o di altre madri). Si tratta, però, di una versione che si trova soltanto nella loro mente e non nella realtà. Ed è proprio questo ideale che ha bisogno di essere gradualmente scardinato, per lasciare spazio ad una visione di se stesse quanto più autentica e senza-condizioni.

Il senso di colpa materno è qualcosa che possiamo esaminare, ridefinire e iniziare ad osservare da nuove prospettive, con la consapevolezza che esso non rappresenta necessarianente un must del dress-code materno.  E non è poco.